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Editoriale

Lo Scrittoio è nato durante una delle nostre riunioni del lunedì mattina, mentre ragionavamo su un’idea che differenziasse il blog di #dallastessaparte dalla frenesia comunicativa attuale, a nostro giudizio troppo spesso parziale e approssimativa.

Scrivere su uno scrittoio, con penna e calamaio, era faticoso e complesso. La scrittura era lenta e certosina, molto diversa da quella che realizziamo sui nostri performanti notebook poggiati sulla scrivania o sulle gambe, e spesso destinata a lavori di ufficio, amministrativi e burocratici.

Lo scrittoio era “semplicemente” uno strumento indispensabile.

Oggi Agamben lo definirebbe un dispositivo volto a produrre una soggettività capace di sostare nei tempi dell’attesa, nel rispetto dei vincoli e nella impegnativa cura delle cose.

Quindi per noi l’immagine dello scrittoio rinvia simbolicamente a una cura del pensiero, dei modi in cui pensiamo, riconoscendo l’importanza di uno spazio e di un tempo adatti, ma anche di una fatica e una gestualità svincolati dalla mera produttività mercantile.

Lo scrittoio era quello spazio fisico e mentale in cui ci si accomodava per scrivere una lettera destinata a una persona cara.

Ancora più anticamente, lo scrittoio era diffuso all’interno dei monasteri, luoghi in cui si manteneva la memoria del sapere dell’umanità.
Il nostro progetto è chiaramente molto più umile di quello degli amanuensi nelle antiche biblioteche, ma da essi ci piace trarre ispirazione.

Lo Scrittoio, per altro, mantiene una certa continuità con il nostro Pensatoio, che immaginiamo come il calamaio in cui ognuno di noi soci intinge la propria penna.

Il Pensatoio è il luogo dove riflettiamo insieme sul nostro gruppo e sui processi che ci attraversano; è un momento profondamente formativo, in cui pratichiamo l’arte dell’ascolto, dell’attesa paziente, del farsi comprendere e del comprendere, evitando, nei limiti del possibile, che la conversazione prenda la forma di un dibattito.

In associazione, l’attività del pensare prende avvio dentro un intreccio collettivo: essa desidera la presenza degli altri.

Soltanto in un tempo successivo, quando ognuno di noi si ritira “da solo”, avviene quel processo ideativo che definisce il pensiero in una forma scritta.

Il Pensatoio e lo Scrittoio sono quindi due fasi importanti di un processo formativo e culturale che ci attraversa.

Il nostro blog racconta l’umano e la comunità.


Ospita i contributi dei soci ma non solo, sui temi più attuali, su argomenti inerenti la nostra categoria professionale, l’epistemologia e le scienze sociali, non soltanto la psicologia, ma anche l’antropologia, la filosofia, e poi l’arte, la letteratura…

Il nostro obiettivo è incentivare il dialogo, sia dentro che fuori l’associazione.

Tramite articoli, commenti, recensioni, tavole rotonde, forniamo il nostro contributo alla faticosa comprensione della socialità contemporanea, e analizziamo i cambiamenti che interessano la nostra professione.

Lo Scrittoio è un luogo plurimo, in cui trovano spazio contributi di qualsiasi orientamento, elaborati da colleghi di qualsiasi formazione, e dove coesistono riflessioni che scaturiscono da percorsi personali e professionali anche molto differenti tra di loro.

Se il nostro progetto ti sta a cuore, confidiamo che qui troverai ottimi spunti di riflessione.

Buona lettura!