Il progetto #dallastessaparte nasce dall’iniziativa di un gruppo di psicologi, liberi professionisti e cittadini animati dal desiderio di riaffermare i principi fondamentali della professione.

Viviamo un tempo critico, e perciò fecondo, in cui vengono mortificati i valori professionali e, più estesamente, i valori umani universali.

Ormai da decenni, nel fisiologico conflitto con il capitale (oggi finanziario e globalizzato), il  lavoro risulta soccombente: è compromessa la stabilità economica di ampie fasce di popolazione, e l’accesso ai servizi e alle forme di assistenza fondamentali è sempre più limitato.

Il malcontento e la conseguente tensione sociale vengono disinnescati attraverso la manipolazione delle reazioni emotive degli individui: l’organismo sociale è catturato e reso innocuo. I mezzi di comunicazione di massa, affiancati dai social media, inducono programmaticamente paura, inquietudine, senso di precarietà.

Osserviamo con preoccupazione l’attacco alla famiglia e alla socialità; lo smembramento dei corpi intermedi e della scuola; la precarizzazione del lavoro; il progressivo smantellamento di storiche istituzioni sociali e politiche.

Si realizza una pressione potente verso la disintegrazione dell’identità, l’insicurezza cronica, l’asocialità e la parcellizzazione delle relazioni, l’individualismo, il materialismo, il nichilismo, l’amoralità o il relativismo morale. Tutto ciò produce un diffuso senso di vuoto soggettivo e spirituale.

La drammatica frantumazione dell’identità individuale e collettiva desta profondo allarme per la coesione sociale.

Inoltre, facilitati dalla scarsa partecipazione politica, gli organi di governo nazionali sono stati colonizzati da istituti tecnocratici sovranazionali troppo distanti dalle popolazioni che, per statuto, dovrebbero tutelare.

Siamo consapevoli che, proprio oggi, dichiarare apertamente il proprio pensiero in dissenso con la maggioranza, è un atto temerario. Le minacce sono concrete: stigma sociale, esclusione dalla comunità professionale, penalizzazione economica.

Avvertiamo comunque l’urgenza di unirci e reagire, per ricordare i bisogni dell’essere umano, recuperarne i valori fondamentali e proclamare i principi che governano e regolano l’esistenza della comunità di esseri umani, cittadini, madri, padri e professionisti.

Riteniamo imprescindibile rinvigorire la capacità degli individui di stabilire legami sociali, per rivitalizzare lo spirito di comunità.

Ci impegniamo a favorire la costruzione di identità forti e la partecipazione politica attiva, nel rispetto dei principi della convivenza democratica.

Perché questo nome?

Ritrovarsi #dallastessaparte per resistere alle spinte divisive e realizzare il dialogo.

In un mondo schizofrenico, in cui ogni concetto sembra equivalere al suo contrario, abbiamo la capacità e il dovere di riparare le fratture, rimarginare le ferite, promuovere la convivenza delle diversità, per ricomporre creativamente ciò che non può essere comprensibile esclusivamente in termini univoci e unilaterali.

Ogni individuo è unico, degno di fiducia, rispetto e ascolto.

Le differenze ci rendono unici ma non ci allontanano: accogliere il conflitto per metterlo a frutto è la nostra migliore risorsa.

dallastessaparte

Principi fondamentali

La natura umana

L’Uomo è un agente di scelte, responsabile e libero.

Ogni essere umano vive e si sviluppa all’interno di un sistema di relazioni.

Il contesto sociale che valorizza l’espressione libera, autentica e non giudicante del sé, soddisfa i bisogni universali di sicurezza, socialità e spiritualità. In un tale sistema fertile, gli individui esprimeranno pienamente l’innata disposizione ad autorealizzarsi secondo la propria natura.

Al contrario, quando un sistema è rigido e induce allarme, inquietudine, discredito, risulta limitata l’evoluzione psichica e spirituale degli individui che lo compongono.

Oggi viviamo in uno stato di benessere solo apparente: siamo stati ammaliati da bisogni indotti, mentre i bisogni umani naturali rimangono insoddisfatti, e spingono in maniera ancora più pressante.

La fluidità, la precarietà, l’alterazione di principi e valori sedimentati, snatura i significati condivisi e così si acuisce il disorientamento.

L’eccessiva distanza tra i bisogni naturali dell’essere umano e lo stile di vita contemporaneo genera inevitabilmente sofferenza (somatica, psichica, relazionale, sociale), che costringe le persone a ricercare una consultazione psicologica.
Ma troppo spesso gli interventi si rivelano inefficaci, perché in collusione con l’attuale dispositivo socio-culturale, laddove si prestano ad agire in favore del silenziamento dei sintomi, anziché riorganizzare i contesti che li hanno determinati.

Il concetto di salute

Salute non equivale semplicemente ad “assenza di malattia”.

Essere in salute significa stare bene con se stessi e dentro le relazioni interpersonali.

Per definire lo stato di salute è necessario porre al centro la persona nella sua interezza, nel suo ambiente, e in quanto organismo bio-psico-sociale.

La promozione della salute motiva le persone a scegliere uno stile di vita sano, in maniera consapevole e autonoma. Affinché questo avvenga, è necessario intervenire sia a livello individuale, sia a livello strutturale e di contesto.

Autodeterminazione, libertà e democrazia

Con la fine dei tragici totalitarismi del secolo scorso, nei nuovi regimi democratici si è iniziato a costruire uno “Stato sociale”, e così le popolazioni occidentali hanno vissuto un periodo straordinario, in cui i principi di libertà e di uguaglianza hanno raggiunto il massimo livello di realizzazione sostanziale.

Immediatamente le aggregazioni non egualitarie e antidemocratiche si sono riorganizzate, mettendo a repentaglio le nuove conquiste politiche e sociali.

Ma in assenza di libertà, ogni possibilità d’espressione viene negata: l’essenza degli esseri umani si intorpidisce a causa di paure, condizionamenti e pregiudizi.

Il principio di autodeterminazione è usato in contesti diplomatici per descrivere il processo attraverso il quale una nazione afferma la propria indipendenza. Dal punto di vista psicologico, questo termine si riferisce alla capacità o all’azione di assumere le proprie decisioni, e di condurre autonomamente la propria esistenza. Si tratta dunque di un elemento essenziale per il benessere dell’individuo.

Quando facciamo riferimento al diritto all’autodeterminazione, poniamo in rilievo la libertà di espressione dell’Uomo, nella sua sfera più intima e relazionale.

La libertà di scelta è strettamente correlata al principio di autodeterminazione.

Libertà di scelta non significa “fare ciò che si vuole”, ma operare una scelta tra più alternative, in funzione di ciò che si ritiene giusto, e assumendosi la responsabilità.

Non è possibile non scegliere!

Il principio di libertà è collegato alla possibilità di partecipare attivamente alle dinamiche socio-politiche, e in antitesi con l’impulso a delegare passivamente le proprie decisioni agli altri.

Psicologia e deontologia professionale

La deontologia è uno strumento per migliorarsi e migliorare la prassi professionale.

Il codice deontologico è un insieme di regole e norme che guidano il comportamento degli psicologi, con l’obiettivo di tutelare il cliente/paziente, il professionista e la professione.

Noi siamo professionisti, ovvero persone che scelgono, studiano, si formano, vivono all’interno di un contesto emotivo, familiare, sociale e politico sempre mutevole. Crescere, lavorare, studiare incrementa le nostre conoscenze, le nostre competenze, e complessifica il nostro modo di essere.

Ma il contesto nel quale esistiamo muta, così come cambiano le persone con cui ci rapportiamo.

Evolvono gli eventi, gli stati d’animo e quindi le priorità.

Se restiamo immobili, se le regole e le norme diventano il fine per cui operiamo, e non uno degli strumenti che ci permettono di realizzare il nostro lavoro, rischiamo di diventare automi, meri esecutori di direttive senza più senso.

Siamo professionisti della salute e operiamo in autonomia: accogliamo le richieste senza alcuna discriminazione, nel rispetto dei principi costituzionali e deontologici.

Come professionisti della salute mentale, abbiamo gli strumenti per guardare alla complessità delle relazioni d’aiuto. Ma è soprattutto un vincolo morale e deontologico che ci spinge a mantenere sempre la possibilità sospendere l’azione per ragionare.

Porsi domande è parte integrante del nostro lavoro: mai fermarsi all’idea che ciò che appare già normato, corrisponda invariabilmente al giusto.

La Psicologia possiede peculiari strumenti di lettura, analisi e comprensione, che, proprio in questo momento, devono essere messi al servizio del bene comune, in dialogo con le altre discipline.

Ci prendiamo carico della persona nella sua interezza, promuoviamo la partecipazione attiva al percorso di salute, e l’autonomia nei processi decisionali.

La relazione terapeutica è un rapporto democratico, ove la dignità̀ della persona e i suoi poteri decisionali vengono rispettati e consolidati.

Vogliamo essere questo tipo di professionista: per curare le ferite dell’anima, riannodare le relazioni, far convivere disposizioni discordanti, ascoltare tutti i pensieri dando loro voce, procedere oltre la prima impressione per guardare in profondità.

Sempre #dallastessaparte di chi ci chiede aiuto.